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Wicca - Circolo dei Trivi

Carlos Castaneda

  • Messaggi
  • Stregoneria?
    00 08/12/2003 14:47
    Salve. Volevo sollevare una questione: qualcuno potrebbe esprimere le sue opinioni riguardanti i paralleli che ci sono tra questa vostra interpretazione di stregoneria e quella di don Juan in Carlos Castaneda per esempio? grazie a tutti i guerrieri.
  • Sempre io
    00 11/12/2003 06:23
    C'è qualcuno?
    Dopo 23 visite noto che nessuno è riuscito a spiaccicare una parola su questo argomento... forse non interessa ma se fosse cosi (cosa che NON credo assolutamente soprattutto nei più grandi (come età ovviamente) credo sia il caso che andiate a rigurdarvi il concetto originale di " stregoneria ", senza offesa che sia chiaro! [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816]
  • OFFLINE
    Soulforged
    Post: 148
    Utente Junior
    00 11/12/2003 08:37
    D.O.C.
    Carissimo,
    per quel che mi riguarda non ho risposto perchè non so nulla di Castaneda.
    Ma mi incuriosisce assai questo tuo riferimento al concetto "originale" di stregoneria! Io penso di sapere discretamente bene cosa sia la stregoneria "originale", per lo meno quella europea, in particolare quella dell'età moderna, e ho qualche nozione, decisamente più vaga, per quel che concerne la stregoneria antica e medievale, sempre europea.
    Dove posso trovare informazioni sulla Vera e Originale Stregoneria, di modo che io possa confrontarla con la mia visione che, mi pare di intuire, tu consideri falsata ed eretica?
    Per la cronaca: forse è meglio che tu vada a riguardarti bene cos'è la Wicca "originale" - capiresti che è una neo-stregoneria, che i suoi legami con la stregoneria come fenomeno storico sono molto labili e che non ha proprio senso un confronto con una pretesa stregoneria "originale", visto che è una religione creativa e che le sue radici affondano più nel paganesimo antico che nella stregoneria vera e propria.

    B.B.

  • Stregoneria
    00 11/12/2003 19:42
    Ciao! Io non mi permetterei di dire che la wicca è falsa ed eretica, forse mi sono espresso male, ma non ho mai utilizzate queste parole di mancanza di rispetto. Per il resto "originale" non intendo alla stregoneria come arte ma mi riferivo al vocabolo in senso stretto. Voi esponete una " religione " moderna che sicuramente avrà per forza i suoi legami con il passato ma anche è vero che ciò che esiste oggi di tale religione è nata anche dalle ceneri di quello che è rimasto dall'inquisizione... La storia insegna che uno dei pochi posti, se non l'unico, dove sono arrivati i cristiani " inquisitori " del 500 e al posto di trattare un'invasione esclusiva (solo del territorio e sterminando gli indigeni come nell'america del nord) hanno usato un sistema "inclusivo", e cioè includendo gli indigeni con le loro culture ancora oggi nolto forti ed immutate, è L'america latina. In questi posti come il messico, guatemala per es. le " religioni ", all'interno della cerchia indigena, sono rimaste pressochè immutate da millenni. Tali religioni come la stregoneria (se religione è il termine che usate per identificare la stregoneria, ma secondo molti non è correto) è rimasta immutata e attraverso gli studi di alcuni antropologhi come Carlos Castaneda per es potremmo metterla al confronto con la stregoneria europea che però in confronto è una via nuova per i motivi suddetti. Ora le cose sono due: o sono stregonerie completamente diverse ( e se fosse cosi bisognerebbe discutere sul vocabolo stregoneria visto che per definizione ne esiste solo una almeno per i contenuti) oppure queste due vie che sembrano magari diverse in realtà si sono mescolate nella storia (non dimentichiamo che oltre che in europa anche in america i puritani bruciavano le " streghe " indigene e non!) Detto questo volevo consigliare la lettura di Carlos Castaneda ( Peruviano )che ha scritto i seguenti libri: A scuola dallo Stregone 1968, Una Realtà separata 1971, Viaggio a Ixtlan 1972, L'isola del Tonal 1974, Il secondo anello del potere 1978, Il dono dell'Aquila 1983, Il fuoco dal profondo 1985, Il potere del silenzio 1988, L'Arte di Sognare 1993, Tensegrità 1997, Il lato attivo dell'infinito 1998, La ruota del tempo 1999. Lo Stregone di Carlos si chiamava Don Juan. Grazie.
  • OFFLINE
    Soulforged
    Post: 149
    Utente Junior
    00 11/12/2003 20:29
    Stregoneria, Stregonerie e Sciamanesimo
    Carlos Castaneda, da quel poco che so, è indubbiamente una lettura molto interessante. Solo che, ancora per quel poco che so, lo trovo più vicino allo sciamanesimo che alla stregoneria...non è che i due campi in questione non abbiano profonde connessioni, anzi!
    Era già da un bel po' di tempo che volevo leggere qualcosa di Castaneda, ma sai, ho sempre una pila di libri da leggere e prima devo smaltire quella! [SM=g27820]
    Penso che Stregoneria sia uno di quei vocaboli (e ce ne sono molti più di quel che si immagina se si va a guardare!) che si può solo declinare al plurale: esistono tantissime stregoneria diverse che variano da epoca ad epoca, da nazione a nazione, da regione a regione, persino da città a città. Gli sfasamenti fra le varie "stregonerie" non sono solo diacronici, cioè la parola non ha solo cambiato significato in tempi diversi, ma pure sincronici: la parola stregoneria ha avuto signicati diversi nelle stesse epoche a seconda dell'area geografica. Penso sia davvero molto difficile, e forse impossibile, dire quale sia il contenuto unico del termine "stregoneria". Direi che per definizione si dovrebbe dire che di stregonerie ne esistono molte. Un po' come per la religione: gli antropologi si stanno ancora arrabattando per trovare una definizione unica che le comprenda tutte.
    Grazie a te per l'intervento.

    B.B.

  • LucaS
    00 11/12/2003 22:22

    Carlos Castaneda, da quel poco che so, è indubbiamente una lettura molto interessante. Solo che, ancora per quel poco che so, lo trovo più vicino allo sciamanesimo che alla stregoneria



    Si è uno sciamano.
    Le differenze con la stregoneria sono dieri fondamentali. In primis il concetto di divinità e diciamo "marginale", lo sciamano percorre la propria via per ottenere, attraverso esercizi e pratiche di "crescita-consapevolezza" il "dono dell'aquila" (dal titolo di un suo bellissimo libro) l'assoluto, l'affrancamento da ogni limite contingente e materiale: nella Wicca, ed in genere in tutta la stregoneria, si ritiene che il conseguimento di un qualunque traguardo si ottenga invece comunque per tramite dell'azione Divina. Ho semplificato in modo spaventoso, ed a tratti fuorviante, ma spero di non aver dato adito a dubbi e possa invece aver contribuito ad un chiarimento al quale, peraltro, mi pare che Soulforged abbia ampliamente assolto.
  • Sempre io
    00 12/12/2003 00:53
    Ma posso chiedervi una cosa? Come mai allora il suo primo libro più celebre è intitolato A scuola dallo stregone? E perchè lui e gli apprendisti di Don Juan e Genaro si definiscoso loro stessi stregoni come lo stesso Carlos, Nestor, Pablito e streghe come Florinda Donner, Taisha Abelar, Carol Tiggs...? Da dove viene a questo punto la loro stessa denominazione di Stregoni e Streghe? Loro parlano di conoscenze sciamniche dell'antico messico ma si definiscono Streghe o Stregoni, perchè?! Per es. leggete queste intervista alle tre Streghe (o secondo voi sciamane):

    Brano estratto da un'Intervista con
    Florinda Donner-Grau, Taisha Abelar and Carol Tiggs
    di Concha Labarta
    Translated from Spanish. First appeared in Mas Alla, April 1, 1997, Spain.
    Tradotta dall'inglese. Pubblicata per la prima volta su Mas Alla, 1° Aprile 1997, Spagna.

    Tutte le risposte sono state fornite da Carol Tiggs, Taisha Abelar e Florinda Donner-Grau.

    Domanda: Insieme a Carlos Castaneda, siete state allieve di don Juan Matus e dei suoi compagni stregoni. Siete però rimaste nell'anonimato per anni, ed è solo recentemente che avete deciso di parlare di voi e del vostro apprendistato con don Juan. Perché questo lungo silenzio? E qual'è la ragione di questa svolta?

    Risposta: Prima di tutto vorremmo chiarire che ognuna di noi conobbe l'uomo che Carlos Castaneda chiama il nagual Juan Matus con un nome differente: Melchior Yaoquizque, John Michael Abelar e Mariano Aureliano. Per evitare confusioni, preferiamo chiamarlo sempre il vecchio nagual; non vecchio in termini di età ma in termini di anzianità, e soprattutto per distinguerlo dal nuovo nagual, Carlos Castaneda.
    Discutere del nostro apprendistato con il vecchio nagual non faceva assolutamente parte del compito che egli concepì per noi. Per questo siamo rimaste in completo anonimato.
    Il ritorno di Carol Tiggs nel 1985 ha segnato un totale cambiamento nei nostri obiettivi e nelle nostre aspirazioni. Tradizionalmente, sarebbe stato suo compito di guidarci attraverso qualcosa che l'uomo moderno potrebbe tradurre come spazio e tempo, ma che, per gli sciamani dell'antico Messico, significava consapevolezza. Questi concepirono un viaggio attraverso qualcosa che chiamavano mare oscuro della consapevolezza.
    Il ruolo tradizionale di Carol Tiggs era di condurci durante questo passaggio. Quando ritornò, la meta isolata del nostro viaggio privato fu trasformata in qualcosa di più ampia portata. Ecco perché abbiamo deciso di porre termine al nostro anonimato e di insegnare i passi magici degli sciamani del Messico antico.

    D: L'istruzione che avete ricevuto da don Juan era simile a quella di Carlos Castaneda? Se non lo era, quali erano le differenze? Come descrivereste don Juan e le sue compagne e compagni?

    R: L'istruzione che venne data a noi non era affatto simile a quella impartita a Carlos Castaneda per la semplice ragione che noi siamo donne. Abbiamo organi che gli uomini non hanno: le ovaie e l'utero, organi di capitale importanza. Le istruzioni del vecchio nagual per noi erano di pura azione. Riguardo alla descrizione dei compagni e delle compagne del vecchio nagual, tutto quello che possiamo dire a questo punto delle nostre vite è che erano esseri eccezionali. Parlare di loro come se fossero persone del mondo quotidiano sarebbe sciocco oramai.
    Il minimo che possiamo dire è che tutti loro, ed erano in sedici compreso il vecchio nagual, erano in una stupenda condizione di vitalità e giovinezza. Erano tutti vecchi, e tuttavia, al tempo stesso, non lo erano. Quando, per curiosità e meraviglia, chiedemmo al vecchio nagual quale fosse la ragione del loro esorbitante vigore, ci rispose che ciò che li ringiovaniva ad ogni momento che passava era il loro legame con l'infinito.

    D: Mentre molte correnti psicologiche e sociologiche moderne propugnano una riduzione delle distanze fra l'universo maschile e femminile, nei vostri libri leggiamo che ci sono evidenti differenze fra uomini e donne nel modo in cui accedono alla conoscenza. Potreste fare dei chiarimenti al riguardo? In che modo siete differenti voi come streghe donne, e le vostre esperienze, da quelle di Carlos Castaneda?

    R: La differenza fra uomini e donne nel lignaggio di stregoni del vecchio nagual è la cosa più semplice del mondo. Come ogni altra donna al mondo, abbiamo un utero. Abbiamo organi differenti rispetto agli uomini: l'utero e le ovaie, i quali, secondo gli stregoni, permettono alle donne di entrare facilmente in aree di consapevolezza estranea. Secondo gli stregoni, c'è una forza colossale nell'universo; una forza costante, perenne, che fluttua ma che non cambia. Chiamano questa forza consapevolezza o mare oscuro della consapevolezza. Gli stregoni affermano che, grazie alla presenza dell'utero nel proprio corpo, le donne hanno la facilità di muovere il punto di assemblaggio in una nuova posizione.
    Vorremmo sottolineare che gli stregoni credono che il punto di assemblaggio di ogni essere umano è collocato nella medesima posizione: circa un metro dietro le scapole. Quando gli stregoni vedono gli essere umani come energia, percepiscono questo punto come un conglomerato di campi di energia con la forma di una palla luminosa.
    Gli stregoni dicono che poiché gli organi sessuali maschili si trovano all'esterno del corpo, gli uomini non hanno la medesima facilità. Sarebbe quindi assurdo per gli stregoni cercare di cancellare o trascurare queste differenze energetiche. Quanto al comportamento degli stregoni maschi e femmine all'interno dell'ordine sociale, è pressoché uguale. La differenza energetica fa sì che i praticanti, uomini e donne, si comportino in maniera diversa. Nel caso degli stregoni queste differenze sono complementari. La grande facilità delle donne di spostare il punto di assemblaggio serve come base per le azioni degli uomini, che sono caratterizzate da una maggiore tenacia e da uno scopo più inflessibile.

    D: Nei vostri libri abbiamo anche letto che Florinda Donner-Grau e Taisha Abelar rappresentano ciascuna una differente categoria nel mondo dello sciamanismo. Una di voi è una sognatrice e l'altra una cacciatrice. Sono termini affascinanti ed esotici ma molti li impiegano indiscriminatamente interpretandoli a modo proprio. Qual'è il vero significato di tali classificazioni? Nel momento dell'azione cosa implica il fatto che Florinda Donner-Grau è una sognatrice e Taisha Abelar una cacciatrice?

    R: Anche in questo caso, come per la domanda precedente, la differenza è molto semplice perché è dettata dall'energia di ciascuna.
    Florinda Donner-Grau è una sognatrice perché ha una straordinaria facilità di spostare il punto di assemblaggio. Secondo gli stregoni, quando il punto di assemblaggio, che è il nostro punto di contatto con il mare oscuro della consapevolezza, si sposta, viene assemblato un nuovo conglomerato di campi di energia, un conglomerato simile a quello abituale ma abbastanza diverso da garantire la percezione di un altro mondo che non è il mondo della vita quotidiana.
    Il dono di Taisha Abelar come cacciatrice è la sua facilità di fissare il punto di assemblaggio nella nuova posizione in cui si è spostato. Senza questa facilità di fissare il punto di assemblaggio, la percezione di un altro mondo è troppo fugace; qualcosa di molto simile all'effetto prodotto da certe droghe allucinogene: una profusione di immagini senza capo né coda. Gli stregoni credono che l'effetto delle droghe allucinogene è di spostare il punto di assemblaggio, ma solo in modo caotico e temporaneamente.

    D: Nei vostri libri più recenti, Essere nel Sogno e Il Passaggio degli Stregoni, parlate di esperienze personali che sono difficili da accettare. Entrare in altri mondi, viaggiare nell'ignoto, stabilire contatti con esseri inorganici, sono tutte esperienze che sfidano la ragione. La tentazione è di non credere affatto a tali racconti, o di considerarvi esseri aldilà del bene e del male, esseri che non vengono toccati dalle malattie, dalla vecchiaia o dalla morte. Cos'è la realtà quotidiana per una strega? E come si concilia il tempo cronologico con il tempo magico?

    R: La sua domanda, signorina Labarta, è troppo astratta e inverosimile. Perdoni la nostra franchezza. Non siamo esseri intellettuali e non siamo in nessun modo capaci di prendere parte ad esercizi in cui l'intelletto si serve di parole che in realtà non hanno alcun significato. Nessuno di noi, da nessun punto di vista, è aldilà del bene e del male, delle malattie, o della vecchiaia.
    Quello che successe a noi è che fummo convinte dal vecchio nagual che ci sono due categorie di esseri umani. La grande maggioranza di noi sono esseri che gli stregoni chiamano (denigratoriamente, aggiungeremmo) "gli immortali". L'altra categoria è la categoria degli esseri che vanno alla morte.
    Il vecchio nagual ci disse che, come esseri immortali, non prendiamo mai la morte come punto di riferimento, e di conseguenza ci concediamo l'inconcepibile lusso di vivere tutta la vita invischiati in parole, descrizioni, polemiche, accordi e disaccordi.
    L'altra categoria è la categoria degli stregoni, degli esseri che vanno alla morte, che non possono mai, in nessun caso, permettersi il lusso di fare asserzioni intellettuali. Semmai, siamo esseri privi di importanza personale. E se abbiamo qualcosa, è la nostra convinzione di essere esseri che vanno alla morte e che, un giorno, dovremo confrontarci con l'infinito. La nostra preparazione è la cosa più semplice di questo mondo: ci prepariamo ventiquattr'ore al giorno per quest'incontro con l'infinito.
    Il vecchio nagual riuscì a cancellare in noi la nostra dannata idea di immortalità e la nostra indifferenza alla vita, e ci convinse che, come esseri che vanno alla morte, possiamo allargare il ventaglio delle nostre opzioni nella vita. Gli stregoni affermano che gli esseri umani sono esseri magici, capaci di azioni e imprese stupende una volta che si siano liberati dalle ideologie che li trasformano in esseri umani normali.
    I nostri racconti sono, in realtà, descrizioni fenomenologiche di imprese percettive che sono alla portata di tutti noi, specialmente delle donne, imprese che ci sfuggono a causa della nostra abitudine all'autoriflessione. Gli stregoni affermano che la sola cosa che esiste per gli esseri umani è Me, Me, e solo Me. In tali condizioni, la sola possibilità riguarda solamente Me. E per definizione, tutto ciò che concerne Me, l'Io personale, può solo condurre a rabbia e risentimento.

    D: Carlos Castaneda è il nuovo nagual. Cosa significa questo per voi come donne, e per le vostre consimili? E' impossibile per una donna essere nagual?

    R: Tutto questo significa che Carlos Castaneda è il nostro avvocato, un legale che sa dove firmare documenti riguardanti l'infinito. E' il nostro consulente legale in tutte le questioni con l'infinito. Certamente una donna potrebbe fare lo stesso ma, come dicono gli stregoni, se puoi farlo stando sdraiata a letto, perché alzarsi?
    Essere un consulente di questo tipo è una vera scocciatura. Il vecchio nagual ci scherzava sopra, dicendo che essere un nagual è come essere un servitore. "Accidenti Battista, vai in cucina e portami il sale. Sono troppo stanca per alzarmi." E, naturalmente, Battista deve alzarsi, andare in cucina, e prendere il sale.

    D: La presenza fisica dell'insegnante può non essere indispensabile ma, in ogni caso, è di grande aiuto. Voi siete state istruite direttamente da don Juan e dai suoi compagni per guidarvi nel mondo dello sciamanismo. Pensate veramente che quel mondo sia accessibile a chiunque, anche senza un insegnante personale?

    R: In una certa misura, l'insistenza nel voler avere un insegnante è un'aberrazione. L'idea del vecchio nagual era di aiutarci a infrangere il dominio del Me. Con le sue battute e il suo terrificante senso dell'umorismo, riuscì a farci ridere di noi. In questo senso, crediamo fermamente che il cambiamento sia possibile per chiunque, un cambiamento analogo al nostro, ad esempio, praticando la Tensegrità, senza il bisogno di un particolare e personale insegnante.
    Il vecchio nagual non aveva interesse ad insegnare la sua conoscenza. Non fu mai un maestro o un guru. Non poteva importagliene di meno. Il vecchio nagual era interessato a perpetuare il suo lignaggio. Se ci guidava personalmente, era per inculcarci tutte le premesse della stregoneria che ci avrebbero permesso di continuare il suo lignaggio. Si aspettava che un giorno sarebbe stato il nostro turno, e che avremmo fatto lo stesso.
    Circostanze aldilà della nostra volontà, o della sua, hanno cospirato per impedire la continuazione del suo lignaggio. In considerazione del fatto che non possiamo più assolvere la nostra tradizionale funzione di continuatori di un lignaggio, vogliamo rendere disponibile questa conoscenza. Dato che i praticanti della Tensegrità non sono chiamati a perpetuare alcun lignaggio sciamanico, hanno la possibilità di ottenere quello che noi abbiamo ottenuto, ma con un percorso differente.

    D: La possibilità di una forma di morte alternativa è uno dei punti che più colpiscono negli insegnamenti don Juan Matus. Secondo quanto ci avete detto, lui e il suo gruppo raggiunsero questa morte alternativa. Qual'è la vostra interpretazione della loro scomparsa, quando si trasformarono in consapevolezza?

    R: Questa potrebbe sembrare una domanda semplice, ma è molto difficile dare una risposta. Noi pratichiamo gli insegnamenti del vecchio nagual. Ci sembra che, con la sua domanda, lei stia sollecitando una giustificazione psicologica, una spiegazione equivalente alle spiegazioni della scienza moderna.
    Purtroppo non possiamo darle una spiegazione estranea a ciò che noi siamo. Il vecchio nagual e i suoi compagni morirono di una morte alternativa, cosa possibile per tutti noi se abbiamo la necessaria disciplina. Tutto quello che possiamo dirle è che il vecchio nagual e i suoi vivevano da professionisti, cioè erano responsabili di tutti i loro atti, anche del più piccolo, perché erano estremamente consapevoli di tutto quello che facevano.In tali condizioni, morire una morte alternativa non è un'ipotesi assurda.


    D: Vi sentite pronte ad affrontare il salto finale? Che cosa vi aspettate in quell'universo, che reputate impersonale, freddo e predatorio?

    R: Quello che aspettiamo è una battaglia senza fine e la possibilità di trovarci al cospetto dell'infinito, che sia per un secondo o per cinque miliardi di anni.

    D: Alcuni dei lettori dell'opera letteraria di Carlos Castaneda lo hanno rimproverato per la mancanza di una maggiore presenza spirituale nei suoi libri, per non aver usato la parola "amore". Il mondo di un guerriero è veramente così freddo? Non provate emozioni umane? O forse assegnate un diverso significato a queste emozioni?

    R: Sì, diamo loro un diverso significato e non usiamo parole come "amore" o "spiritualità" perché il vecchio nagual ci convinse che si tratta di concetti vuoti. Non l'amore o la spiritualità in sé ma l'uso che si fa di queste due parole. La sua argomentazione era la seguente: se veramente ci consideriamo esseri immortali che possono permettersi il lusso di vivere fra gigantesche contraddizioni e infinito egoismo; se tutto quello che conta per noi è la gratificazione immediata, come possiamo rendere l'amore o la spiritualità qualcosa di autentico? Per il vecchio nagual questi concetti erano vuoti, senza vita, parole cui nessuno è pronto a dare seguito nei fatti. Diceva che ogni volta che affrontiamo queste contraddizioni, le risolviamo dicendo che, essendo solo degli esseri umani, siamo deboli.
    Il vecchio nagual ci diceva che, in linea di massima, a noi esseri umani non viene mai insegnato come provare amore. Ci insegnano solo a provare emozioni gratificanti, pertinenti solo e personalmente al Me. L'infinito è sublime e spietato, diceva, e non c'è spazio per concetti fallaci, non importa quanto piacevoli possano sembrarci.

    D: Sembrerebbe che la chiave per espandere le nostre capacità percettive sia la quantità di energia di cui disponiamo, e che la condizione energetica dell'uomo moderno sia davvero misera. Quale sarebbe la premessa essenziale per risparmiare energia? E' possibile per chi deve mantenere una famiglia, lavorare tutti i giorni, e participare pienamente al mondo sociale? E riguardo alla castità come mezzo per risparmiare energia, uno di punti più controversi dei vostri libri?

    R: La castità è raccomandata, ci diceva il vecchio nagual, per la maggioranza di noi. Non per un fatto di morale, ma perché non abbiamo abbastanza energia. Ci mostrò come la maggior parte di noi sia stata concepita in condizioni di noia coniugale. Da stregone pragmatico qual'era, il vecchio nagual affermò che il concepimento è un momento di finale importanza. Disse che se una madre non riesce ad avere un orgasmo al momento del concepimento, il risultato è quello che lui chiamava una "scopata annoiata". In tali condizioni non c'è energia. Il vecchio nagual raccomandava la castità per chi è stato concepito in questo modo.
    Un'altra cosa che raccomandava come mezzo per risparmiare energia era lo smantellamento di schemi di comportamento che conducono al caos, come la preoccupazione incessante per il corteggiamento romantico; la presentazione e la difesa della propria immagine nella vita quotidiana; l'eccesso di abitudini e, soprattutto, la tremenda enfasi sul sé.
    Se si riesce a vincere questi punti, chiunque di noi può avere l'energia necessaria ad usare il tempo, lo spazio e l'ordine sociale in modo più intelligente.

    D: I passi magici della Tensegrità, che considerate di grande importanze, sono il vostro più recente contributo per quelli interessati al mondo di don Juan Matus. Cosa può dare la Tensegrità a chi la pratica? Può essere paragonata a qualunque altra disciplina fisica oppure ha caratteristiche proprie?

    R: Quello che la Tensegrità dona a chi la pratica è energia. La differenza fra la Tensegrità e qualunque altro sistema di esercizi fisici è che l'intento della Tensegrità è stato dettato dagli sciamani dell'antico Messico. Questo intento è la liberazione dell'essere che va alla morte.

    D: Quali sono i motivi per divulgare la vostra conoscenza su una scala più ampia attraverso i seminari? Considerate questo genere di approccio, che implica l'uso di mezzi commerciali e vaste adunanze di persone, veramente efficace per chi persegue un cambiamento individuale?

    R: Il grande contributo di una vasta massa di praticanti è stata una vera sorpresa per noi. Il vecchio nagual non ce ne parlò perché non ebbe mai l'opportunità di assistere a tale fenomeno. La massa umana è ciò che da alla Tensegrità uno scopo comune e che sprona i praticanti individualmente verso risultati che normalmente considereremmo impossibili nell'ambito temporale di un seminario.

    D: Avete affermato di essere la fine del lignaggio di don Juan e di trovarvi ora a fare cose mai fatte dagli sciamani che vi hanno preceduto. Forse i puristi vi rimprovereranno di non esser stati fedeli agli insegnamenti originali. In che misura vi siete distaccati dalla tradizione sciamanica quale vi venne insegnata da don Juan? E qual'è la nuova direzione del vostro lavoro?

    R: Non abbiamo in alcun modo deviato dagli insegnamenti del vecchio nagual. Lui ci diede il compito di chiudere il suo lignaggio con un fermaglio d'oro, ed è quello che stiamo cercando di fare.
    Per noi i seminari sono il solo modo di prendere contatto con voi e di mantenere la vostra attenzione. Per dieci anni Carlos Castaneda insegnò la Tensegrità a chi lo avvicinava. Dava conferenze e lezioni a chi glielo chiedeva e il solo risultato che ottenne fu di fornire argomenti a individui che hanno fatto carriera sfruttando Carlos Castaneda.
    Copyright 1997, Laugan Productions, ripubblicato con il permesso di Mas Alla
  • Sempre io
    00 13/12/2003 18:02
    Ci siete?!
    Su 66 visite non voglio credere che nessun altro ,oltre ai gentilissimi utenti che hanno risposto, abbia da dire qualcosa... boh! Se in poochi giorni ci sono molte visite vuol dire che l'argomento Castaneda interessa... allora? Parliamone! Scusate l'insistenza ma dove posso trovare Stregoni o Streghe se non qui? Ciao!
  • LucaS.
    00 14/12/2003 18:27
    Sempre io, mi scuso per il ritardo della risposta e, sono sicuro, se altri non hanno risposto prima di me si tratta semplicemente di un caso.

    L'identificazione fra sciamano e stregone è una questione nominalista, ovvero, si tratta semplicemente dell'attribuire con diverse sfumature significati differenti ad una stessa parola.

    Chiunque abbia letto Cstaneda sa per certo che di sciamani non si parla praticamente mai (anzi, se non vado errato proprio mai), si parla certo di stregoni ma, in questo caso, la stregoneria è intesa in senso essenzialmente sciamanico.

    Se volessimo porre una linea discirminante fra stregoneria e sciamanesimo dovremmo, come mi pareva diaver già suggerito, trovarla nell'approccio a medesime tematiche.
    Questo è un argomento senza dubbio tutt'oggi dibattuto (invero, a mio parere secondo linee che più sanno di nozionismo che di ricerca) e definire l'uno e l'altro par ora un inconsapevole limitar sia questo che quello in inutili frontiere; ben ci sta, a noi che streghe e stregoni ci definiamo, visto che in anni ed anni, nessuno è riuscito ad estrappolare dalle tradizione che gli sono più proprie un esatta definizione.....eppure, a ben vedere, il fatto che simili cose sfuggano da definizioni, credo sia un buon segno.
    Inutile dire che "definire significa limitare" e, a ragion veduta, chi rifiuta il limite, vede la definizione come limitante ed estranea al proprio percorso.

    Volessimo, con eccesso di zelo, trovar riferimenti propri ed oggettivabile all'una o all'altra Via, seguendo quel che logica impone all'uomo d'Aristotelico stampo, dovremmo forse riferirci a simboli ed, in ultima analisi, a "costelllazioni" di significati: possiamo farlo.
    Diremo allora che, in merito a questa distinzione, possiamo innanzitutto scorgere due matrici culturali differenti: l'una, lo sciamanesimo, legata ad un percorso strettamente individuale, l'altra, la stregoneria intesa nell'accezione più comune, indubbiamnete vincolata a considerazioni religiose e quindi, con buona pace dell'ecletismo, dogmatiche e fideiste.

    Voglio per un istante motivare queste parole.
    Nella Wicca, ad esempio, non è pessibile intendere un percorso spirituale prescindendo dalle Divinità, nello sciamanesimo, invece, questo è assolutamente marginale.
    In effetti, leggendo Castaneda, penso che ognuno abbia avvertito quanto il Divino, o comunque entità coscienti di tipo trascendente, vengano considerate o come realizzazioni secondarie di un percorso personale o come (e questo credo sia sintomatico) energie avverse al cammino.

    Spero di aver toccato il senso della tua domanda, se così non fosse ti prego di precisare quanto ffetivamente è il tuo quesito e la tua perplessità.
  • Sempre io
    00 14/12/2003 21:20
    Grazie
    Grazie del tuo intervento. Scusa se spingo ancora un po' ma tu non sai il piacere di parlare con uno stregone (non ne avevo mai conosciuti!). Posso chiederti quali sono i dogmi che hai citato prima che voi streghe e stregoni siete dovuti rispettare? Cosa intendete voi per divinità? o dei? Grazie e scusa dell'ignoranza in merito.
  • OFFLINE
    Soulforged
    Post: 151
    Utente Junior
    00 14/12/2003 22:05
    Dogmi?!?
    Ohibò! Io non penso che si possa parlare di dogmi e/o fideismo per il neopaganesimo in generale, e per la Wicca in particolare. Ci sono dei vaghi principi (tipo che ci sono il Dio e la Dea, che i cicli naturali sono un'espressione del Sacro, che c'è la magia)...ma non si può definirli dogmi! (cfr. in questo stesso sito, alla voce Etica, vedere il Concilio delle Streghe)
    I dogmi, in senso proprio, implicano una fede in una proposizione che un'istituzione ecclesiastica di qualche genere afferma essere vera.
    I "principi" che caratterizzano la Wicca sono invece più affini a delle modalità di esperire il mondo, che non hanno nulla a che fare con la verità o la falsità. Se hai queste modalità di esperienza della realtà, sei un Wiccan, in caso contrario, no. Non è questione di fede, ma di sensazioni e, sì, anche di ragionamenti per una ristretta minoranza (come il sottoscritto). Cielo, dipendono anche un po' da come gira effettivamente il mondo...ma questo non ne fa dei dogmi.
    Io ammetto altre possibilità di vedere il mondo e, su alcuni punti, sono più che disposto a discutere: questo un dogmatico non lo fa, ti dice "le cose stanno così." punto, fine della discussione.

    B.B.

  • Sempre io
    00 15/12/2003 01:06
    " I "principi" che caratterizzano la Wicca sono invece più affini a delle modalità di esperire il mondo, che non hanno nulla a che fare con la verità o la falsità. Se hai queste modalità di esperienza della realtà, sei un Wiccan "

    e perchè non uno sciamano allora?!
  • derwid
    00 16/12/2003 23:51
    Mah... In "A scuola dallo Stregone" Castaneda riporta alcune pratiche tipiche di don Juan.
    Ad esempio parla di come utilizzare lucertole per fini magici: lo "stregone" doveva procurarsi due lucertole, cucirne ad una la bocca (in modo che potesse "vedere" ma non "parlare") e all'altra gli occhi (in modo che potesse "parlare" ma non "vedere"), lasciare libera la prima e tenere con sè la seconda così che la lucertola libera fosse in grado di andare a svelare fatti di interesse dello "stregone", fatti che sarebbero poi stati raccontati dalla seconda nell'orecchio del praticante (ovviamente in viaggio mistico... non è così semplice capire una lucertola...). Siceramente, a me, pare molto stregonesca, come pratica... Il (pessimo) vizio di cucire bocca e occhi a rettili è, se non sbaglio, comune anche alla stregoneria europea ed italica, anche se con fini diversi...
    Narra inoltre dell'utilizzo magico della Datura messicana... La pianta in questione andava prelevata dal terreno, si doveva lavorarne la radice dandole una forma umana ed andava successivamente ripiantata... Se la pianta sopravviveva si poteva esser certi della sua protezione magica, divenendo un vero e proprio "alleato" magico. E questo mi ricorda molto la Mandragora, l'uso rituale dello Stramonio (Datura Stramonium) e il famigio vegetale decantato da P.Huson nel suo "Il dominio della Magia Nera"...
    Gli esempi potrebbero indubbiamente proseguire... ma dovrei rileggermi i testi in questione per trovarli...
    A mio perere o la stregoneria è una forma di sciamanesimo o lo scianesimo è una forma di stregoneria... ma è fuori discussione che i termini comprendino pratiche e principi simili.
    Non trovo basilari differenze se non quelle imposte dalla nostra mentalità.

    Ultime note:

    Lucas... nello sciamanesimo (volendo considerare don Juan uno sciamano) il rapporto con gli Dei è rilevante tanto quanto lo è nella stregoneria. Don Juan afferma (se non sbaglio in "L'isola del tonal") che il neo-stregone deve incontrare Mescalito (il Dio-Peyote) al quale, e solo a lui, spetterà di concedergli la propria benevolenza. Senza la sua azione divina lo sciamano-stregone non potrà mai beneficiare dei "poteri" del Peyote. Nella Wicca questo rapporto è ben più marcato, nella Stregoneria classica direi proprio di no...

    "Sempre io"... non ho ben capito dove vuoi arrivare... certo, può essere che a termini differenti corrispondano concetti simili... ma usare termini differenti ti crea così tanti fastidi?

    Un abbraccio.
  • Sempre io
    00 17/12/2003 01:05
    Nagual
    Grazie dell'intervento. No, non mi crea fastidio ma non capisco allora come fa uno stregone " occidentale " per es. nella Wicca ad inoltrarsi da solo in questo regno... è come se Carlos non avesse mai trovato un Don Juan e avesse fatto da solo esperienza del sapere che ha trovato... non vi sembra un pò egoistico? No, non voglio offendere nessuno ma vorrei forse capire anche ascoltando il parere di altri se effettivamente si potrebbe diventare " Nagual " da soli? un abbraccio a tutti.
  • LucaS.
    00 17/12/2003 17:55

    Lucas... nello sciamanesimo (volendo considerare don Juan uno sciamano) il rapporto con gli Dei è rilevante tanto quanto lo è nella stregoneria. Don Juan afferma (se non sbaglio in "L'isola del tonal") che il neo-stregone deve incontrare Mescalito (il Dio-Peyote) al quale, e solo a lui, spetterà di concedergli la propria benevolenza. Senza la sua azione divina lo sciamano-stregone non potrà mai beneficiare dei "poteri" del Peyote. Nella Wicca questo rapporto è ben più marcato, nella Stregoneria classica direi proprio di no...



    E' vero, ma come avrai certo modo di notare il rapporto è "strumentale". Il Dio-Peyote è qui avvicinabile ad un Nume con rilevanza iniziatica: un Entità Divina che fondamentalmente E' in quanto relazione con l'uomo ed al suo percorso. Possiamo trovarne di Simili anche nella Tradizione Occidentale o Mithrica (famigerato il rituale dei sigilli). Ma, a ben vedersi, questi rituali di Risveglio sembrerebbero intendersi proprio come uno "svincolarsi" da Entità Divine godendo da Sè della propria perfezione (e mi si scusi la terminologia impropria ma non mi pareva il caso di parlar di culti Titanici, Aquile e Re). Nella Wicca il Risveglio (o Iniziazione) propriamente intesa è assimilabile ad una "concessione" divina che non necessariamente si accosta alla conquista, anche violenta e "necessitante" di un cammino spirituale. Comprendo di utilizzare termini piuttosto estranei alla Wicca ed alla stregoneria in generale ma spero che, chiunque si interessi anche poco di ermetismo, mi segua agevolmente. Nella visione Sciamanica si è fondamentalmente "soli", le Divinità (come il Dio-Peyote) sono "incuranti e prese dagl'affari loro" (nel modo ovviamente più regale del termine -quasi motore immmobile-) a meno che non vengano invocate da persone che, per raggiunta dignità, possono pretenderne un aiuto, si badi: ho detto pretendere. Non bisogna qui lasciarsi fuorviare dal termine che potrebbe ricordare Hybris drammatica, il "pretendere" dipende da una concezione delle energie "magiche" piuttosto differente dalla Wicca: secondo lo sciamanesimo così come per molte tradizioni iniziatiche, le energie (e quindi le Divinità ed Entità che le presiedono) rispettano delle norme di causa-effetto e necessità -nel senso filosofico del termine- ed è in tal senso che si parla di "pretesa": si raggiunge un livello che "richiede a diritto" un contatto d'illuminazione. Nella Wicca la cosa è perlomeno molto più vaga, molte le opinioni certo, ma tendenzialmente ci si affida ad un sentire che si spera guidi a raggiungere un tale rapporto di "simpatia" con il Divino che Questi conceda ciò che è chiesto.



    " I "principi" che caratterizzano la Wicca sono invece più affini a delle modalità di esperire il mondo, che non hanno nulla a che fare con la verità o la falsità. Se hai queste modalità di esperienza della realtà, sei un Wiccan "

    e perchè non uno sciamano allora?!



    Mi pare un obiezione più che ragionevole, perchè se si lascia passare il concetto che essere o meno Wiccan rientri in un ambito di puro soggettivismo non v'è oggettività alcuna nel poter utilizzare questo termine. Sempre io, però, non ha forse ben inteso il contenuto di quel che da voi è stato proposto, forse confuso da chi, certo in buona fede, ha rigettato la tesi secondo cui la Wicca abbia dei canoni di ortodossia.
    Se non credi a: la Rede, il concilio, alla Dea ed al Dio ed infine alla reincarnazione.....non sei Wiccan.
    Piaccia o meno le cose stanno in questi termini, se poi il suono della parola "dogma" crea pruriti, possiamo ben chiamarli in altro modo ma, di fatto, esistono canoni guida ben definiti di definizione (alias dogmi).

    Infine:

    non capisco allora come fa uno stregone " occidentale " per es. nella Wicca ad inoltrarsi da solo in questo regno... è come se Carlos non avesse mai trovato un Don Juan e avesse fatto da solo esperienza del sapere che ha trovato... non vi sembra un pò egoistico? No, non voglio offendere nessuno ma vorrei forse capire anche ascoltando il parere di altri se effettivamente si potrebbe diventare " Nagual " da soli?



    Puo inoltrarvisi da solo a proprio rischio e pericolo....e al carissimo prezzo di tanta fatica in più. Fatica, che va ben valutata: le battaglie del cammino magico sono dure ed arrivarvici stremati non è la condizione maggiormente auspicabile; malgrado ciò, si dice che il meritevole verrà "trovato" dal proprio maestro. Chi, sostenuto da una dignità spirituale (che personalmente ritengo naturale e non acquisibile), intraprenda questo cammino ha da preoccuparsi solo di una cosa: camminare. Ora, i pareri sono certo molto discordi a tale proposito ma si deve rilevare una tradizionale tendenza a ritenere che alla condizione di adepto (iniziato, risvegliato) possa arrivarvi solo chi è STATO INIZIATO, eppure è pur vero che nella storia, fra i più grandi, vi furono molti "autodidatti". Chi camminerà vedrà, chi si ferma...di certo di un Maestro non se ne farà nulla (e ben che meno verrà da lui "trovato").

    Ovviamente queste sono mie personali opinioni.
  • Sempre io
    00 17/12/2003 21:22
    Apprendisti trovati non sempre spiritualisti!
    "si dice che il meritevole verrà "trovato" dal proprio maestro. Chi, sostenuto da una dignità spirituale (che personalmente ritengo naturale e non acquisibile), intraprenda questo cammino ha da preoccuparsi solo di una cosa: camminare. "

    E' vero che il "meritevole" verrà trovato... ma lo stregone che lo deve trovare però sceglie il proprio apprendista solo per una cosa: un segno (Don Juan a Castaneda). L'apprendista però non sempre ha una dignita spirituale naturale, anzi. Vedi Castaneda che era tutto meno che uno spiritualista, anzi; Pablito e Nestor, anzi; La gorda, anzi; e poi preoccuparsi solo di una cosa: camminare. Si sarà anche cosi ma... se don Juan non ci fosse stato in più di una occasione, Carlos forse, anzi sicuramente (parole di don Juan), sarebbe morto (e non per sua volontà!) come esattamente la maggior parte degli apprendisti. Come dipingete voi la Wicca sembra quasi che non vi siano ostacoli troppo " pericolosi " nella sua strada... non lo so è un'impressione. E un' altra mia impressione è che la stregoneria non dovrebbe essere ritenuta una religione... cioè "credere" è in contrasto con sapere almeno sul nostro livello di coscienza... ma ripeto: questa vuole essere una "provocazione benevola" senza VOLERE OFFENDERE O MANCARE DI RISPETTO A NESSUNO ed è solo per infoltire questo dibattito! Grazie dell'attenzione.
  • LucaS.
    00 18/12/2003 21:34

    ma lo stregone che lo deve trovare però sceglie il proprio apprendista solo per una cosa: un segno (Don Juan a Castaneda). L'apprendista però non sempre ha una dignita spirituale naturale, anzi.



    Vero si e no, il Segno "svela" al maestro quella possibilità che è in potenza ma non ancora manifestata. Opinione.


    Come dipingete voi la Wicca sembra quasi che non vi siano ostacoli troppo " pericolosi " nella sua strada... non lo so è un'impressione.



    Su questo aspetto in parte concordo. E' pur vero però, Sempre Io, che di certi argomenti si tende a parlarne in privato, proprio per la loro "pericolosità"....e a livello pubblico rimane molto zucchero filato ed uccellini cinguettanti eppure, in seno ai gruppi ed alle persone serie, vi è una certa consapevolezza di questa cosa. Consapevolezza che, per l'appunto, spinge a taciere determinati argomenti.


    E un' altra mia impressione è che la stregoneria non dovrebbe essere ritenuta una religione... cioè "credere" è in contrasto con sapere almeno sul nostro livello di coscienza... ma ripeto: questa vuole essere una "provocazione benevola" senza VOLERE OFFENDERE O MANCARE DI RISPETTO A NESSUNO ed è solo per infoltire questo dibattito! Grazie dell'attenzione.



    Vedi, io non sono Wicca, e pur interessandomene ed avendone avuta esperienza non mi ritengo quindi il portavoce ideale per sostenere le posizione di questo cammino. Personalmente mi trovo piuttosto d'accordo con te però, se mi è concessa una precisazione, la mia posizione si discosta dalla tua quando inizio ad analizzare quel che può esser inteso come religione. Sull'aspetto "devozionale" io non posso che trovarmi d'accordo con te e dissociarmene nel modo più assoluto, ma questo fa semplicemente parte del mio percorso (e non voglio fare critica alcuna), mentre credo invece che l'aspetto inerente alla religione intesa come cosmogonia e sistema interpretativo di realtà-altre e del Divino non possa esser escluso dalla Stregoneria d in questo mi trovo quindi perfettamente d'accordo con la Wicca e, più in generale, con la stragrande maggioranza delle Tradizioni della Stregoneria.

    A questo punto, iniziando a valutare con maggior quantità di materiale le tue posizioni, mi sento di poter presumere che tu ti senta perlomeno vicino al percorso Sciamanico; se così fosse ne approfitto per rivolgerti una domanda che potrà apparire idiota: se ti trovassi nudo su un monte di notte cosa faresti?
  • Sempre io
    00 19/12/2003 21:12
    Fermare il mondo
    Penso di farmela sotto, ma forse coglierei la palla al balzo e me ne starei li... per giorni... cercando di.... "fermare il mondo"!
    (principio fondamentale di Castaneda).
    Grazie della tua disponibilità. Mi piacerebbe magari fare due chiacchiere anche di persona con voi... ciao.

    Ci terrei molto anche se altre persone, magari wicca, dicessero la loro... ! [SM=g27832] [SM=g27832] [SM=g27832]
  • derwid
    00 19/12/2003 23:28
    Re:

    Scritto da: LucaS. 17/12/2003 17.55

    E' vero, ma come avrai certo modo di notare il rapporto è "strumentale". Il Dio-Peyote è qui avvicinabile ad un Nume con rilevanza iniziatica: un Entità Divina che fondamentalmente E' in quanto relazione con l'uomo ed al suo percorso. Possiamo trovarne di Simili anche nella Tradizione Occidentale o Mithrica (famigerato il rituale dei sigilli). Ma, a ben vedersi, questi rituali di Risveglio sembrerebbero intendersi proprio come uno "svincolarsi" da Entità Divine godendo da Sè della propria perfezione (e mi si scusi la terminologia impropria ma non mi pareva il caso di parlar di culti Titanici, Aquile e Re). Nella Wicca il Risveglio (o Iniziazione) propriamente intesa è assimilabile ad una "concessione" divina che non necessariamente si accosta alla conquista, anche violenta e "necessitante" di un cammino spirituale. Comprendo di utilizzare termini piuttosto estranei alla Wicca ed alla stregoneria in generale ma spero che, chiunque si interessi anche poco di ermetismo, mi segua agevolmente. Nella visione Sciamanica si è fondamentalmente "soli", le Divinità (come il Dio-Peyote) sono "incuranti e prese dagl'affari loro" (nel modo ovviamente più regale del termine -quasi motore immmobile-) a meno che non vengano invocate da persone che, per raggiunta dignità, possono pretenderne un aiuto, si badi: ho detto pretendere. Non bisogna qui lasciarsi fuorviare dal termine che potrebbe ricordare Hybris drammatica, il "pretendere" dipende da una concezione delle energie "magiche" piuttosto differente dalla Wicca: secondo lo sciamanesimo così come per molte tradizioni iniziatiche, le energie (e quindi le Divinità ed Entità che le presiedono) rispettano delle norme di causa-effetto e necessità -nel senso filosofico del termine- ed è in tal senso che si parla di "pretesa": si raggiunge un livello che "richiede a diritto" un contatto d'illuminazione. Nella Wicca la cosa è perlomeno molto più vaga, molte le opinioni certo, ma tendenzialmente ci si affida ad un sentire che si spera guidi a raggiungere un tale rapporto di "simpatia" con il Divino che Questi conceda ciò che è chiesto.




    A quanto mi risulta il discorso può valere anche per la Stregoneria Italiana. Nel famigerato Aradia (volendo prendere per buono quel testo) in alcune invocazioni si giunge alla minacce dirette a Diana e, se non sbaglio, alla stessa Aradia.
    Nella Wicca il discorso è, dovrebbe, essere differente. Il Wiccan probabilmente adora e prega gli Dei da un ottica pagana, la Strega chiede pretendendo, si inc***a e maledice se non lo ottiene. So che questo mio parere non è molto condiviso, ma fino ad ora ho sempre notato queste diversità.
  • derwid
    00 19/12/2003 23:50
    Re: Apprendisti trovati non sempre spiritualisti!

    Scritto da: Sempre io 17/12/2003 21.22
    E' vero che il "meritevole" verrà trovato... ma lo stregone che lo deve trovare però sceglie il proprio apprendista solo per una cosa: un segno (Don Juan a Castaneda). L'apprendista però non sempre ha una dignita spirituale naturale, anzi. Vedi Castaneda che era tutto meno che uno spiritualista, anzi; Pablito e Nestor, anzi; La gorda, anzi; e poi preoccuparsi solo di una cosa: camminare. Si sarà anche cosi ma... se don Juan non ci fosse stato in più di una occasione, Carlos forse, anzi sicuramente (parole di don Juan), sarebbe morto (e non per sua volontà!) come esattamente la maggior parte degli apprendisti. Come dipingete voi la Wicca sembra quasi che non vi siano ostacoli troppo " pericolosi " nella sua strada... non lo so è un'impressione. E un' altra mia impressione è che la stregoneria non dovrebbe essere ritenuta una religione... cioè "credere" è in contrasto con sapere almeno sul nostro livello di coscienza... ma ripeto: questa vuole essere una "provocazione benevola" senza VOLERE OFFENDERE O MANCARE DI RISPETTO A NESSUNO ed è solo per infoltire questo dibattito! Grazie dell'attenzione.



    Anche su questo discorso trovo diversità tra l'ottica Wicca e quella Stregonesca. La Wicca ha imposto regole morali ("fai ciò che vuoi se non nuoce a nessuno") e minacce, nemmeno troppo velate a chi sgarra (legge del tre). Certo, queste regole possono essere condivise oppure no, ma esistono. E, di fatto, si lascia intendere che chi non le segue avrà comunque ripercussioni o difficoltà sul suo cammino. Nella Stregoneria mi pare che tutto questo non esista. Il che continua a farmi ritenere la Stregoneria una forma di Sciamanesimo e la Wicca... un bel pastone di tante ideologie differenti messe insieme per creare una nuova religione...
    I pericoli... sinceramente sono 20 anni che mi interesso di magia, stregoneria, sciamanesimo e argomenti correlati, ma grossi pericoli non li ho mai trovati...
    Certo, non ho mai mangiato mezza pianta di Datura, nè ho sperimentato il "fumino" di don Juan, nè mi sono buttato da un precipizio per provare il mio stato iniziatico... Sarà anche per questo che Carlos ha più volte rischiato di morire?
    Mi spiace per lui ma stati mentali simili si raggiungono anche tramite musica e danza, al limite con una buona aggiunta di alcol. Senza rischiare la pelle... E senza gettarsi nel vuoto...
    Nudo su un monte di notte? Se fossi certo di non avere nessuno alle spalle (tantomeno la "buoncostume") e se avessi i vestiti per il giorno dopo, grossi problemi non me li farei (discorso a parte per i cingiali che girano sui monti dalle mie parti, ma nudo o vestito non farebbe una gran differenza[SM=g27814] )
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